IL REBRANDING, CHE COS’E, PERCHE’ E’ IMPORTANTE E QUANDO BISOGNA FARLO
CHE COS’E’ ?
Il rebranding è un cambiamento della brand image che coinvolge la percezione che i consumatori e gli altri stakeholders ( portatori di interessi) hanno di una azienda già presente sul mercato.
Secondo Muzellec e Lambkin, due professori universitari, autori di diversi saggi sul tema, il rebranding può distinguersi in base al grado di cambiamento avvenuto secondo due dimensioni: il posizionamento sul mercato e gli elementi visivi o estetici, come il logo. I due autori si riferiscono dunque a un cambio evolutivo, che riguarda elementi come logo e slogan , e a un cambio rivoluzionario, perché più radicale, di solito associato alla creazione di un nuovo nome per il brand.
PERCHE’ RICORRERE AL REBRANDING
Secondo la rivista americana Forbes ognuno di noi ha solo 7 secondi per dare una buona impressione di se. E nel web questo tempo si riduce a un decimo di secondo. Questo vale anche per le aziende.
A volte un marchio non riesce ad attirare l’attenzione a causa di un logo sbagliato, di un nome difficile da ricordare o perché ha obiettivi di mercato o una missione non ben definita.
Ma in un mondo in continua evoluzione, anche marchi già consolidati possono dover ricorrere a un restyling del marchio e a una revisione della propria missione per attirare nuovi clienti.
Ecco i vantaggi:
- Conquistare un nuovo pubblico e potersi rivolgere a un mercato più ampio;
- Adeguarsi all’evoluzione dei tempi e mantenere il vantaggio competitivo per un’azienda che sta sul mercato da tempo;
- Essere maggiormente riconoscibile mantenendo il rapporto di fedeltà dei propri clienti, per esempio collegando al nuovo brand un video che racconti la storia e l’evoluzione del marchio;
- Migliorare il ranking ( posizionamento) su Google se i clienti apprezzano i tuoi sforzi e interagiscono con il nuovo marchio;
QUANDO RICORRERE AL REBRANDING
Il rebranding è un processo costoso e non privo di rischi perché si rischia di creare confusione nei pubblico di riferimento di un’azienda, come dimostrano alcuni esempi di aziende che sono ritornate al vecchio logo dopo averlo cambiato (GAP), ma se si fa al momento giusto e se ben studiato può essere molto vantaggioso.
Si puo’ ricorrere al rebranding quando si desidera un riposizionamento nel mercato. Per esempio cambiare un’immagine osbsoleta e non più al passo con i tempi, esprimere la crescita dell’azienda, innovare per conquistare nuove fette di pubblico (introducendo nuovi prodotti o un nuovo packaging ) o rafforzare il proprio mercato di riferimento. In questo caso si parla di rebranding proattivo ( cit. The Economic times)
In altri casi il rebranding diventa una necessità dettata ad esempio dalla fusione di due aziende ( es. Banca Intesa e San Paolo IMI) o da quella di recuperare un’immagine danneggiata da uno scandalo aziendale. Piu’ di frequente la necessità è quella di mantenere il proprio vantaggio competitivo sul mercato di fronte a innovazioni e cambiamenti introdotti da aziende concorrenti. In questi casi si parla di rebranding reattivo.
Fonti: Inside Marketing; The economic Times; Marketing Studio; Ecommerce Guru